CONTI CORRENTI
Tribunale di Monza sentenza n. 2028/2012
“La non rispondenza delle condizioni economiche contrattuali alla funzione di copertura del rischio negli stessi enunciata ne comporta la nullità per difetto di causa (art. 1418, comma secondo, c.c.), da intendersi quale sintesi degli interessi concretamente perseguiti dalla negoziazione (cfr. Cass. 10490/2006).”
Tribunale di Treviso, sezione distaccata di Montebelluna, sentenza n. 110/2013
“Ma se anche la banca avesse applicato la periodica capitalizzazione degli interessi debitori e creditori con identica periodicità e nel rispetto della delibera CICR quanto a pubblicazione e comunicazione al cliente, tuttavia per rendere legittima la capitalizzazione occorrerebbe una pattuizione, perché non può parlarsi di modifica “in melius”(ulteriore condizione posta dalla delibera CICR)rispetto ad una clausola in precedenza nulla.”
Tribunale civile e penale di Milano sentenza n. 18960 – 1/2013 R.G.
“Allo stato degli atti sussiste, quindi, il pericolo di un forte squilibrio finanziario in danno della società attrice come conseguenza dell’esecuzione del contratto oggetto di causa, con rischio concreto di impatto negativo sull’attività dell’azienda anche per la prospettiva della segnalazione in Centrale Rischi della Banca d’Italia da parte di …. per l’esposizione relativa al contratto di IRS.”
Tribunale di Como, sentenza n. 1228/2009
“Va specificato, ai fini dell’individuazione dei tassi sostitutivi previsti dall’art. 5 l. 154/92 e dall’art. 117 D.Lgs. 385/93 che il significato delle espressioni “operazioni attive” e “operazioni passive” va inteso con riferimento alla posizione della Banca, per cui sono operazioni attive quelle di erogazione del credito e sono passive quelle di raccolta del risparmio. Per quanto riguarda i saldi del conto corrente a debito per il cliente, dunque, va applicato il “tasso nominale minimo”. Tale interpretazione è, del resto, conforme alla natura sanzionatoria della norma, visto che la sostituzione del tasso consegue alla nullità della clausola che lo aveva pattuito, predisposta dalla banca.”
Tribunale di Como, sentenza n. 535/2010
“…le spese di chiusura periodica trimestrale del conto corrente, puntualmente addebitate dalla Banca alla correntista, non corrispondono ad un servizio reso alla stessa né sono connaturate alla struttura caratteristica del rapporto bancario in conto corrente essendo la chiusura trimestrale in sostanza solo il meccanismo attraverso cui si opera la capitalizzazione.”
Tribunale di Como, sentenza n. 658/2010
“Dovranno essere applicati, per tale periodo, solo gli interessi semplici, senza possibilità di inserzione automatica di clausole prevedenti capitalizzazioni di diversa periodicità (semestrale, annuale), in quanto l’anatocismo è permesso dalla legge solo a determinate condizioni, quelle previste dall’art. 1283 c.c. e, in mancanza, rimane non pattuito tra le parti.”
Tribunale di Como, sentenza n. 833/2010
“… tale azione non è soggetta al termine di prescrizione ex art. 2948 n. 4, bensì a quello decennale di ex art. 2946 c.c. decorrente dalla data di chiusura del conto corrente e non dalla data delle singole operazioni (Tribunale Monza, 07 aprile 2006; Tribunale Bari, sez. II, 05 novembre 2009, n.3511; Tribunale Arezzo, 12 maggio 2009; Tribunale Benevento, 29 agosto 2008, n. 1432).”
Tribunale di Como, sentenza n. 1617/2011
“…devono applicarsi, per i tassi di interesse, quello di cui all’art. 1284 c.c. e, dall’entrata in vigore della legge sulla trasparenza, il tasso previsto dall’art. 5 legge 154/92, poi confluito nell’art. 117 TUB.”
Tribunale di Como sezione distaccata di Erba, sentenza n. 45/2011
“…come da pacifica e pressocché unanime giurisprudenza di legittimità e di merito (ex plurimis Cass. 3096/99, 2374/99 e, più di recente, Cass. n. 1281 del 01.02.2002), la clausola inserita nei contratti di conto corrente bancario statuente interessi anatocistici con capitalizzazione trimestrale è nulla in quanto basata su mero uso negoziale (peraltro in genere “imposto” dalle Banche) e non su un uso normativo e dunque non suscettibile di derogare al disposto dell’art. 1283 c.c.”
Tribunale di Genova, sentenza n. 820/2012
“…la legittimità della capitalizzazione trimestrale degli interessi a debito del correntista bancario va esclusa attesa l’inesistenza di un uso normativo idoneo a derogare al precetto dell’art. 1283 c.c.”
Tribunale di Ivrea, sentenza n. 145/2011
“In ordine alla richiesta di restituzione delle somme relative alla chiusura periodica del conto ed agli addebiti a titolo di commissione di massimo scoperto, questo giudice aderisce alla giurisprudenza di merito che ne ha affermato la nullità per mancanza di causa anche ove effettivamente pattuita (Tribunale di Torino, 9 gennaio 2010, n.73 nonché 21 gennaio 2010.”
Tribunale di Lecco, sentenza n. 730/2009
“Il momento iniziale del termine di prescrizione decennale per il reclamo delle somme indebitamente trattenute dalla banca a titolo di interessi su un’apertura di credito in conto corrente decorre dalla chiusura effettiva del rapporto, trattandosi di un contratto unitario che dà luogo ad un unico rapporto giuridico, anche se articolato in una pluralità di atti esecutivi.”
Tribunale di Lecco, sentenza n. 1104/2009
“Non è fondata la tesi prospettata in via subordinata e residuale dalla convenuta, secondo cui le somme non sarebbero ripetibili in quanto versate in adempimento di una obbligazione naturale ex art. 2034 c.c. Il Tribunale non ravvisa nel caso di specie alcun adempimento spontaneo da parte della correntista, infatti gli importi erano addebitati unilateralmente dalla banca e non spontaneamente versati (…) non risulta inoltre che la cliente abbia pagato per rispettare un dovere morale o sociale.”
Tribunale di Lecco, sentenza n. 1080/2010
“La nullità della clausola della capitalizzazione trimestrale degli interessi comporta anche la caducazione delle spese trimestrali di chiusura del conto, strumentali all’illegittima prassi dell’anatocismo.”
Tribunale di Lecco, sentenza n. 1195/2010
“Il Tribunale ritiene che il perdurare del rapporto di conto corrente non impedisca al correntista di impugnare singole operazioni di addebito della banca e chiedere la ripetizione delle relative somme. Contrariamente a quanto evidenziato da parte convenuta, tale convincimento non contrasta in quanto statuito in tema di prescrizione, atteso che il credito attoreo è stato considerato non prescritto con riferimento agli addebiti ultradecennali non perché all’epoca tale diritto non era liquido ed esigibile, bensì in ragione del sopra descritto unitario rapporto giuridico che discende dall’unico negozio di conto corrente.”
Tribunale di Lecco, sentenza n. 410/2011
“Alla nullità della capitalizzazione trimestrale degli interessi non è possibile supplire con una capitalizzazione annua, in quanto l’art. 1283 c.c. prevede che gli interessi scaduti possano produrre interessi solo dal giorno della domanda giudiziale o per effetto di convenzione posteriore alla loro scadenza (mentre il contratto di conto corrente bancario si colloca a monte del maturarsi degli interessi) e sempre che si tratti di interessi dovuti per sei mesi.”
Tribunale di Lucca, sentenza n. 75/2012
“…la mancata impugnazione nel termine di legge o contrattualmente previsto (v. art.1832, espressamente richiamato per le operazioni bancarie, dall’art. 1857 c.c.) non preclude la possibilità di contestare la validità ed efficacia dei rapporti (c.d. titolo delle singole rimesse o poste) da cui i rispettivi accrediti e addebiti derivano; né la mancata contestazione (o approvazione) del conto comporta che il debito fondato su negozio nullo od annullabile o comunque su situazione illecita divenga per ciò “nuovo” e, come tale, incontestabile (cfr., ad esempio, fra tante, Cass. civ. 13/04/2005, n.7662).”
Tribunale di Milano, sentenza n. 3139/2009
“…quanto alle commissioni di massimo scoperto, il supposto rapporto obbligatorio, o patto contrattuale, deve ritenersi nullo per totale mancanza di causa giustificativa, poiché la ricorrenza della utilizzazione messa a disposizione dalla banca consiste negli interessi corrispettivi.”
Tribunale di Milano, sentenza n. 8740/2011
“Parimenti va dichiarata la nullità delle pattuizioni di interessi ultralegali, non risultando le medesime per iscritto, con sostituzione dei tassi di cui all’art. 117 TUB.”
Tribunale di Milano, sentenza n. 6072/2012
“Ove invece una pattuizione di capitalizzazione interessi non risultasse mai intervenuta, ecco che l’adeguamento alla CICR non si risolverebbe in un miglioramento (per la previsione della stessa periodicità di capitalizzazione, già prevista per gli interessi passivi, anche agli interessi attivi), bensì in un peggioramento, venendo formalmente introdotta una pattuizione di anatocismo che precedentemente non è provato trovasse menzione nel rapporto contrattuale; trattandosi con ciò di condizioni contrattuali “peggiorative”, la banca avrebbe dovuto richiedere alla società una specifica approvazione della pattuizione stessa ex art. 7 n.3. (…) …in esito alle suddette argomentazioni, dovrà escludersi dal conteggio di saldo qualunque addebito annotato a detto titolo, né potrà inserirsi (e neppure per il periodo successivo a Delibera CICR 2000) alcun conteggio di capitalizzazione neppure su altre basi di periodicità.”
Tribunale di Mondovì, sentenza n. 70/2009
“In conclusione, dunque, è forse più corretto ritenere che la delibera CICR sia una fonte secondaria che non può derogare alla legge e pertanto, in caso di contrasto con essa, cede il passo e deve essere disapplicata.”
Tribunale di Pistoia sentenza n. 358/2012
“…il potere del Giudice di individuare d’ufficio, ad anche in contrasto con le deduzioni di parte, il termine prescrizionale applicabile, e cioè il termine iniziale e finale, non muta la natura dell’eccezione di prescrizione che “in quanto eccezione in senso stretto, deve fondarsi su fatti allegati dalla parte, quand’anche suscettibili di diversa qualificazione da parte del giudice; ne consegue che il debitore, eccependo la prescrizione del credito, ha l’onere di allegare e provare il fatto che, permettendo l’esercizio del diritto, determina l’inizio della decorrenza del termine a sensi dell’art. 2935 c.c.”
Tribunale di Pordenone sentenza n. 543/2010
“Rispetto alla situazione precedente, in cui il correntista non era tenuto a corrispondere alcun interesse sugli interessi (per nullità accertata della relativa pattuizione contrattuale), l’introduzione di una clausola di capitalizzazione (sebbene rispondente ai requisiti previsti dal CICR) doveva, dunque, considerarsi peggiorativa; pertanto, le nuove clausole dovevano essere approvate espressamente dal cliente, cosa che nel caso in esame non avvenne.”
Tribunale di Treviso, sezione distaccata di Conegliano, sentenza n. 73/2011
“Non potendosi parlare di un adeguamento delle vecchie clausole, in quanto nulle, l’operazione posta in essere dall’Istituto di Credito intervenuto comunque andrebbe letta quale modifica unilaterale delle condizioni contrattuali, in violazione dell’art. 1283 c.c. Violazione che la delibera CICR, data la natura di fonte secondaria, non può certo sanare.”
Tribunale di Verbania, sentenza n. 553/2011
“…la previsione della commissione di massimo scoperto è affetta da nullità rilevabile d’ufficio per totale mancanza di una causa giustificatrice.”
Tribunale di Milano, sentenza n. 10846/2009
“Il pagamento della somma a saldo del conto corrente bancario composta anche di una quota di interessi debitori non dovuta non corrisponde affatto ad una prestazione che il cliente della banca esegue in base ad un dovere morale o sociale perché la banca ha addebitato tali interessi per sua esclusiva iniziativa, senza una effettiva possibilità di consapevole accettazione da parte della clientela; assorbente, comunque, di ogni altra considerazione è che la regola di cui all’art. 2034 co 1 c.c. è inapplicabile per le prestazioni effettuate contra legem.”
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